Sezione Faq

VIDEOSORVEGLIANZA E SISTEMI DI SICUREZZA

FOTOVOLTAICO

AUTOMAZIONE CANCELLI

VIDEOSORVEGLIANZA E SISTEMI DI SICUREZZA

Quali sono le regole da rispettare per poter installare sugli autobus e alle fermate delle videocamere?

In primo luogo, dovranno essere determinate le zone in cui saranno installate le videocamere e le modalità di ripresa. Le riprese dovranno consentire un'inquadratura panoramica dell'interno delle vetture o dell'area di fermata, evitando, così, i dettagli. Le immagini visionate per finalità di polizia giudiziaria non potranno assolutamente essere utilizzate per altri scopi e dovranno essere conservate per il tempo strettamente necessario al perseguimento delle suddette finalità e nel pieno rispetto delle misure minime di sicurezza descritte dall'Allegato B del Codice della privacy (D.lgs. n.196/2003). Il titolare del trattamento dovrà fornire una completa ed idonea informativa agli interessati (art. 13 del Codice), anche attraverso l'affissione della stessa sulle vetture e alle fermate dell'autobus. Si segnala comunque che, prossimamente, dovrà essere adottato, ai sensi dell'art. 134, un Codice di deontologia e buona condotta in cui saranno specificate le modalità del trattamento e forme semplificate di informativa.
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Il Garante si è espresso sui limiti dell'attività di videosorveglianza?

Il Garante della privacy, con provvedimento del 29 novembre 2000, ha individuato un decalogo che deve essere rispettato da tutti coloro che intendono svolgere attività di videosorveglianza. Il decalogo contiene le seguenti regole:

  • Individuare le finalità della sorveglianza e la compatibilità della stessa con le norme di settore vigenti
  • Rispettare i principi di correttezza e liceità del trattamento
  • Effettuare, se dovuta, la notificazione al Garante
  • Fornire agli interessati una chiara e completa informativa
  • Non violare il divieto di controllo a distanza dei dipendenti sancito nello statuto dei lavoratori
  • Registrare le sole immagini indispensabili per perseguire lo scopo dichiarato, evitando, per quanto possibile, immagini dettagliate o ingrandite
  • Individuare il periodo massimo di conservazione delle immagini
  • Nominare i soggetti responsabili ed incaricati del trattamento
  • Non utilizzare i dati raccolti per altri scopi
  • Per le telecamere situate agli accessi dei centri storici, o delle zone a traffico limitato, rispettare le disposizioni contenute nel D.P.R. 250/1999

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Può un comune dotarsi di sistemi di videosorveglianza del territorio, del traffico cittadino o di telecontrollo ambientale?

Si, è possibile, ma tale attività dovrà rispettare le regole previste dal Codice della privacy, nonchè, il decalogo della videosorveglianza disposto dal Garante. In particolare, si dovrà cercare di limitare la possibilità di ingrandimento delle riprese, al fine di evitare di riprendere i tratti somatici dei passanti. Non si potrà, inoltre, inviare le riprese alla residenza delle persone eventualmente sanzionate.
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Si può chiedere ad una banca che vengano cancellate le nostre immagini riprese durante la permanenza nella filiale dell'istituto di credito?

Chiunque può chiedere al titolare del trattamento, in questo caso la banca, che siano cancellati i suoi dati personali (immagini), qualora non siano più necessari in relazione agli scopi per i quali erano stai raccolti. Qualora l'istituto di credito conservasse le immagini oltre il tempo indicato nell'informativa, e senza altri fini espressamente contemplati (es.indagini giudiziarie in corso, per rapina), l'interessato potrà, dunque, chiederne e ottenerne la cancellazione gratuita.
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Può un'azienda installare un sistema di videosorveglianza nei corridoi e negli ingressi, per motivi di sicurezza?

Si rammenti che questo è un tema molto delicato, che incontra, prima dei limiti sanciti dal Codice della privacy, i divieti imposti dallo Statuto dei lavoratori. L'art. 4 della legge 300/1970, infatti, vieta l'uso di impianti audiovisivi e di altre apparecchiature per finalità di controllo a distanza dell'attività dei lavoratori. Tali strumenti sono permessi solo se resi necessari da esigenze organizzative e produttive ovvero di sicurezza, ma anche in presenza di queste situazioni, sul punto deve intervenire uno specifico accordo con le rappresentanze sindacali. Non c'è, dunque, in questo caso un divieto assoluto all'installazione, ma comunque dovrà essere attuata di concerto con le rappresentanze dei lavoratori, posto che, nel caso di specie, sussistono comprovate ragioni di sicurezza e l'impianto riguarda non i luoghi strettamente deputati allo svolgimento dell'attività lavorativa.
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è piú affidabile un impianto wireless (senza fili) o wired (cablato)?

Ormai la tecnologia ha fatto passi da gigante ed oggi un antifurto senza fili è affidabile quanto uno filare, a patto che stiamo parlando di un buon antifurto, che sia installato da un professionista specializzato e non da un qualunque elettricista (queste regole valgono per qualsiasi tipo di antifurto: con o senza fili).
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Quando è meglio installare un antifurto via radio e quando è meglio quello filare?

Il costo di un filare è leggermente inferiore per quanto riguarda il materiale (centrale, sensori, ecc.) ma a questo bisogna aggiungere il costo della realizzazione dell’impianto cablato sottotraccia, cioè, qualora non siano presenti, la realizzazione delle tracce dentro i muri. Per evitare il disagio e per contenere i costi, pertanto è bene che queste opere murarie siano fatte prima del trasloco. Dopo il trasloco, vivendo nella nuova casa o negozio, spesso nascono esigenze a cui prima non si era pensato che rendono necessario spostare parte dell’arredamento o addirittura piccole ristrutturazioni. Nel caso di un antifurto wireless sará facile e veloce riadattarlo alle modifiche apportate. Nel caso del filare, bisogna fare attenzione a non spostare l’arredamento dove prima c’era un componente dell’impianto e se invece si deve spostare un muro, facilmente bisognerá anche rifare parte dell’impianto elettrico dell’antifurto con i costi che questo comporta.
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Quali sono le caratteristiche che un buon antifurto wireless deve avere?

Tutte le considerazioni sulle caratteristiche per un antifurto filare valgono anche per quello senza fili che inoltre deve avere le seguenti:Supervisionato: la centrale deve monitorare costantemente tutti i suoi sensori. Questo è l’unico modo che il sistema ha per accorgersi (e magari di avvisarvi sul cellulare) di eventuali manomissioni, interferenze o anche solo del fatto che a un componente si siano scaricate le batterie.Trasmissioni cifrate: tra tutti gli elementi dell’impianto e non solo per l’accensione / spegnimento come per esempio il rolling-code degli antifurti auto. PowerCode® e CodeSecure® sono sistemi di cifratura brevettati israeliani (leader mondiali in algoritmi di cifratura).Batterie al litio: le batterie devono garantire un uso continuativo per una durata di almeno 2 o 3 anni, le batterie comuni vanno bene per le radioline o per i giocattoli, ma diffidate da antifurti che montano batterie da supermercato.Rispetto delle nomative è una garanzia, oltre che di qualitá del prodotto, soprattutto della sicurezza per la vostra salute.
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Un sensore (rilevatore di movimento) del mio antifurto da spesso falsi allarmi, cosa posso fare?

Appurato che non si tratti di un sensore guasto (per es. provando a scambiarlo con un altro che non dá problemi), potrebbe trattarsi di un posizionamento errato. In tal caso se si tratta di un wireless sará facile e veloce riposizionarlo correttamente (magari rivolgendosi al proprio installatore); se invece si tratta di un filare sará purtroppo necessario intervenire sull’impianto.
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è necessaria la sirena esterna e di che tipo deve essere?

La sirena esterna puó essere un buon deterrente, pertanto se si decide di metterla, essa va installata in posizione ben visibile (es. sulla facciata principale). L’effetto della sirena è unicamente quello di richiamare l’attenzione, pertanto se non avete nelle vicinanze qualcuno in grado di intervenire, evitate di infastidire il vicinato. Fondamentale è invece la presenza di un comunicatore telefonico che puó essere anche GSM, laddove la linea telefonica non è presente. Infatti grazie ad esso è possibile collegarsi ad una centrale operativa, far inviare gli allarmi sul proprio cellulare o su quello di un amico/parente, controllare lo stato del proprio antifurto da remoto.La sirena esterna, se decidete di installarla, deve essere anti-manomissione, completamente autonoma dalla linea elettrica, e possibilmente evitate i modelli con spia lampeggiante per indicare (a tutti, anche ai malintenzionati) quando l’antifurto è in funzione.
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è meglio mettere i sensori perimetrali o quelli di movimento?

I sensori perimetrali, sono quelli che, per definizione, vengono installati nel perimetro dell’area da proteggere. Quindi anche i contatti magnetici vengono spesso definiti come tali, ma attenzione a dove li installiamo! Infatti, in una porta/finestra ove il ladro possa entrare rompendo il vetro, cioè senza aprirla, è senza dubbio piú efficace un sensore di movimento oppure, ove possibile un sensore del tipo “a tenda”, posizionato magari all’esterno, cosí l’allarme scatta ancor prima che vi sia un danno ai serramenti.
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Il mio animale domestico puó generare dei falsi allarmi?

Se si prevede che un cane o un gatto possa rimanere in casa durante la nostra assenza è bene farlo presente a chi vi dovrá installare l’antifurto perchè esistono sensori di movimento che tollerano la presenza di animali.
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FOTOVOLTAICO

Cos'è un impianto fotovoltaico?

Un impianto fotovoltaico è un impianto che consente la produzione di energia elettrica attraverso l’energia solare, sfruttando le proprietà di materiali sensibili alla luce solare (ad esempio il silicio, un elemento molto usato in tutti i dispositivi elettronici).
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Come funziona un impianto fotovoltaico?

L’elemento base dell’impianto è la cella fotovoltaica. I pannelli sono costituiti da un insieme di celle fotovoltaiche, le quali trasformano la luce del sole che incide su di essa in corrente elettrica. La corrente elettrica raccolta dal circuito elettrico stampato su di esse viene canalizzata nei cavi elettrici del pannello e fluisce verso gli altri componenti dell’impianto.
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Da cosa è costituito un impianto?

Un tipico impianto fotovoltaico è costituito da: moduli fotovoltaici, inverter, strutture di sostegno e altri accessori come cavi e quadri elettrici. L’inverter permette la conversione dell’energia elettrica in corrente alternata.
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Cos'è un modulo monocristallino?

Il modulo monocristallino si ottiene dalla lavorazione di lingotti di silicio di purezza molto elevata caratterizzati da un mono cristallo di Silicio in cui gli atomi sono disposti tutti nella stessa direzione, ne consegue una colorazione uniforme della cella.
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Cos'è un modulo policristallino?

Il modulo policristallino si ottiene mediante la fusione di cristalli di silicio di piccole dimensioni, talvolta visibili ad occhio nudo, disposti senza un particolare orientamento. Il lingotto viene tagliato in lamine sottili che costituiscono le celle fotovoltaiche. Nei moduli policristallini la disposizione casuale degli atomi di silicio determina un colore cangiante.
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Cos'è un modulo a film sottile?

Il modulo a film sottile (thin film) è un modulo che si realizza “spruzzando” atomi di materiale semiconduttore (tipo il silicio) su un supporto rigido o flessibile(che può essere di plastica, lamiera o vetro).
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A cosa serve l’inverter?

L’inverter è un’apparecchiatura elettronica che modifica la forma d’onda della corrente che viene prodotta dai pannelli fotovoltaici, che è di tipo continuo, in una forma d’onda utilizzabile compatibile con la rete elettrica e con le utenze finali, che è di tipo alternato.
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Quanto dura un impianto?

La vita media di un impianto fotovoltaico è di 25 anni.
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Quanto spazio occorre per un impianto?

Mediamente per realizzare 1 kW di impianto fotovoltaico occorrono almeno 7 mq.
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Dove può essere installato un impianto fotovoltaico?

I moduli fotovoltaici possono essere collocati sul tetto, sulla facciata dell’edificio o a terra. La fattibilità tecnica viene verificata dal progettista/installatore in sede di sopralluogo. Gli elementi da valutare per l’istallazione sono:

  • Disponibilità dello spazio necessario per l’installazione
  • Corretta esposizione e inclinazione della superficie dei moduli;
  • Assenza di ostacoli in grado di creare ombreggiamento

Mediamente le condizioni ottimali per l’Italia sono: esposizione a Sud e inclinazione di 30-35° gradi.
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Quali sono i principali vantaggi di un impianto fotovoltaico?

I principali vantaggi degli impianti fotovoltaici sono:

  • Ricavi derivanti dall’incentivo statale in Conto Energia per 20 anni
  • Risparmi per l’energia elettrica prodotta;
  • Durata pari a 25 anni
  • Assenza di qualsiasi tipo d’emissione inquinante.

Dal punto di vista economico, gli impianti fotovoltaici possono rappresentare un investimento molto interessante, con elevati tassi di rendimento. Infatti, gli incentivi in conto energia remunerano per 20 anni l’energia prodotta ed immessa in rete e quella autoconsumata. Si hanno tempi medi di recupero del capitale investito in 7-10 anni (a seconda della zona geografica in cui viene installato l’impianto).
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Quali sono gli incentivi statali?

Il principale meccanismo di incentivazione statale si chiama “Conto Energia”, e prevede che il GSE garantisca una remunerazione sia per la produzione di energia immessa in rete che per la produzione autoconsumata in sito.
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Chi può beneficiare del Conto energia?

Possono beneficiare del Conto Energia i seguenti soggetti:

  • Persone fisiche
  • Persone giuridiche
  • Soggetti pubblici
  • Condomini

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Chi eroga l’incentivo statale e come è possibile riceverlo?

L’incentivo è erogato tramite il GSE (Gestore Servizi Energetici), l’Ente statale preposto a remunerare questo tipo di incentivazione. Il meccanismo di incentivazione varia a seconda della fascia di potenza e alla tipologia di installazione. Inoltre esistono possibilità di ottenere maggiorazioni delle tariffe incentivanti. Hanno diritto a una maggiorazione della tariffa:

  • Impianti fotovoltaici che utilizzano componenti europei (moduli fotovoltaici e inverter)
  • Impianti i cui moduli fotovoltaicivengono impiegati
  • Per sostituire coperture contenenti Eternit o amianto;
  • Impianti realizzati su pensiline, pergole, tettoie e fabbricati rurali;

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Cos’è lo “Scambio sul Posto”?

Lo Scambio sul Posto (SSP) è un meccanismo di scambio di energia elettrica tra il distributore ed il cliente che autoproduce attraverso il suo impianto fotovoltaico. Il meccanismo regola i costi e i benefici economici in base alla quantità di energia immessa o prelevata dalla rete elettrica. Quest’ultimo resterà attivo fino a dicembre 2012, in quanto, a partire dal 2013 (e fino al 2016) si attiverà la tariffa omnicomprensiva più premio sull’autoconsumo. Il funzionamento dello SSP, è il seguente:

  • Al cliente che produce energia prodotta dall’impianto fotovoltaico e la immette in rete viene riconosciuto un “prezzo orario zonale di mercato”
  • Il costo dell’energia elettrica prelevata per il cliente, invece, è calcolato in base alle condizioni contrattuali con la società fornitrice.

Mediante acconti trimestrali e un conguaglio annuale, il GSE eroga a favore dell’utente dello Scambio sul posto un contributo in Conto Scambio. Questo contributo di tipo economico viene definito dal GSE come “un intervento equalizzatore”, corrispondente ad un “ammontare che garantisce, al più, l’equivalenza tra quanto pagato dall’utente per l’energia elettrica prelevata e il valore dell’energia elettrica immessa in rete”. In altre parole, è come se l’utente avesse prodotto e auto-consumato in loco tutta l’energia che in realtà è stata scambiata. Nel caso in cui il valore complessivo dell’energia elettrica immessa sia superiore a quello dell’energia prelevata, gli utenti dello Scambio sul posto hanno la possibilità di scegliere tra:

  • La gestione a credito delle eventuali eccedenze per gli anni successivi (senza alcuna scadenza temporale)
  • La liquidazione monetaria (annuale) delle eventuali eccedenze

Qualsiasi considerazione economica sulla redditività di un investimento nel fotovoltaico deve basarsi sulla combinazione delle due agevolazioni: Conto energia e Scambio sul posto. Gli impianti che entreranno in esercizio nel periodo 2013 – 2016 godranno di una tariffa incentivante “omnicomprensiva” con in aggiunta un premio sulla quota parte di energia prodotta ed autoconsumata. Spariscono le modalità di Scambio Sul Posto e Ritiro Dedicato.
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Quanto tempo occorre prima che l'impianto sia in esercizio?

Il tempo di messa in esercizio varia in base al tipo di impianto istallato. I tempi tecnici di realizzazione vanno da un minimo di 2 giorni a un massimo di 25 giorni lavorativi (in caso di impianti di grandi dimensioni). Ai tempi di realizzazione si affiancano i tempi per gli adempimenti autorizzativi (es: DIA, procedimento unico, ecc.) che vanno da 30 a massimo 180 giorni.
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Sono necessarie particolari autorizzazioni per procedere con l'installazione?

Nei casi in cui l’immobile non sia in una zona sottoposta a vincoli (di tipo ambientale, storico, artistico, paesaggistico...), l’impianto fotovoltaico può essere installato con una semplice comunicazione di inizio lavori al comune. Qualora l’impianto venga installato in un’area protetta, bisognerà richiedere un “nulla osta” all’autorità competente sul territorio. è sempre consigliato informarsi presso gli uffici comunali locali.
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Come e a chi posso vendere l' energia prodotta dall' impianto fotovoltaico?

Attraverso un processo chiamato “Ritiro Dedicato”. è un metodo semplificato di vendita dell’ energia prodotta e immessa in rete. Si definisce Ritiro Dedicato perchè è gestito dal GSE con dei prezzi stabiliti dall’ Autorità dell’ Energia Elettrica e del Gas. Per poter vendere l’ energia elettrica è necessario stipulare ogni anno una convenzione con il GSE che riconosce una remunerazione variabile in funzione dell’ energia venduta. Per impianti fino a 200 kWp il Ritiro Dedicato è un’ alternativa allo Scambio sul Posto. Chi aderisce al Ritiro Dedicato non può beneficiare della tariffa in Conto Energia.
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Quanti tipi di pannelli esistono e che differenze ci sono?

I pannelli possono essere suddivisi in 2 famiglie: moduli cristallini e thin film (film sottile). La differenza principale fra le due tipologie è che i moduli thin film richiedono più spazio rispetto ai moduli cristallini.
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L'impianto elettrico deve essere a norma?

è importante che l’impianto elettrico sia a norma. In caso contrario un malfunzionamento potrebbe comportare danni all’impianto fotovoltaico.
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Posso realizzare un impianto in un condominio?

Sì. Di norma gli impianti fotovoltaici condominiali vengono realizzati per alimentare le parti a uso comune (illuminazione delle scale, dei parcheggi, funzionamento dell’ascensore ecc.). La legge n. 99/09 ha stabilito che basta la maggioranza semplice delle quote millesimali dei condomini per approvare interventi sugli edifici volti al contenimento dei consumi e all’uso delle fonti rinnovabili. Inoltre è possibile realizzare impianti anche per un singolo condomino ma occorre che tutti gli altri condomini siano disposti a cedere l’utilizzo del tetto comune per almeno 20 anni.
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I pannelli fotovoltaici devono essere puliti?

No. Salvo i casi particolari (presenza elevata di polvere o sabbia), l’azione di lavaggio periodico della pioggia è sufficiente a mantenere puliti i moduli.
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AUTOMAZIONE CANCELLI

Quali sono le direttive comunitarie applicabili alle porte e ai cancelli motorizzati o ai loro componenti?

Le direttive applicabili a porte e cancelli motorizzati sono:

  • Direttiva Macchine (89/392/CEE): recepita in Italia con il DPR 459 del '96; in vigore dal 21/09/1996
  • Direttiva Prodotti da Costruzione (89/106/CEE): recepita in Italia con il DPR 246 del '93, modificato dal DPR 499 del '97

Le direttive applicabili ai componenti, in base alle diverse tipologie, sono:

  • Direttiva Compatibilità Elettromagnetica (89/336/CEE): recepita in Italia con il D.Lgs. 476 del '92, e modificato dal D.Lgs. 615 del '96
  • Direttiva Bassa Tensione (73/23/CEE): recepita in Italia con la legge 791 del '77 e modificata dal D.Lgs. 626 del '96
  • Direttiva R&TTE (1999/5/CE): riguardante le apparecchiature radio e i terminali di telecomunicazione; recepita in Italia con D. Lgs 269 del 9 maggio 2001

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E' obbligatorio consegnare una copia della Dichiarazione di Conformità del cancello motorizzato al proprietario?

Si! La dichiarazione va conservata nel fascicolo tecnico ed una copia deve essere consegnata al proprietario.
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Se la sicurezza della porta o del cancello motorizzato viene ottenuta mediante la limitazione delle forze operative, la misurazione delle forze va eseguita in ogni installazione?

Sì. E' necessario verificare su ogni impianto le reali forze operative esistenti (che sono legate alla specificità dell'installazione stessa: peso, velocità, attriti, regolazioni, dispositivi di sicurezza, ecc.).
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è sempre necessario procedere alla misurazione delle forze?

No. Non è necessario nel caso di installazioni azionate con comando a uomo presente o munite di dispositivi di sicurezza di tipo E che impediscono in ogni situazione il contatto con la porta in movimento.
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Può il fabbricante degli attuatori fare le prove di forza su un cancello campione nelle condizioni di funzionamento più svantaggiose e dare all'installatore l'indicazione di come impostare i parametri, ad esempio nei manuali di installazione, esonerandolo dalla misurazione delle forze operative del cancello?

No; non essendo in grado di dimostrare che i risultati nelle proprie prove siano ripetibili in situ.
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Come viene sostenuto lo strumento durante le misurazioni delle forze?

La misura delle forze, nei diversi punti di misurazione, deve essere fatta in modo tale da non alterare i risultati della prova. Dovranno quindi essere usate delle prolunghe rigide aventi il diametro di contatto di almeno 80 mm, posizionate in modo rigido e in opposizione al movimento dell'anta.
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E' necessario Il software per lo strumento misuratore della forza d'impatto?

La norma EN12445 prevede che lo strumento per la misura delle forze debba essere dotato di un plotter o registratore XY; inoltre la norma EN 12453, che stabilisce i limiti, prevede criteri di accettabilità piuttosto articolati, ad esempio sono ammessi dei picchi successivi al primo purchè di valore decrescente. Tutto questo richiede la verifica del grafico della curva di forza. Allo stato attuale ci risulta che nessuno strumento possa visualizzare direttamente il grafico.
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Il lampeggiante è richiesto dalle norme europee?

Le norme relative alla sicurezza in uso di porte e cancelli motorizzati non lo prescrivono come obbligatorio, ma rimandano il suo utilizzo alla valutazione dei rischi in installazione. UNAC ne raccomanda, comunque, il suo impiego.
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L'arresto di emergenza è richiesto dalle norme europee?

No. La norma EN12553, al punto 5.2.2, dove richiama la norma EN60294-1, tende addirittura a sconsigliarlo, dichiarandolo "non applicabile". Ci possono essere comunque degli ambienti o situazioni di utilizzo in cui viene richiesto. In questo caso va fatta molta attenzione che l'arresto di emergenza non diminuisca la sicurezza dell'installazione perchè disattiva tutte le sicurezze della macchina quando viene azionato.
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E' obbligatorio applicare al cancello la targhetta identificativa del prodotto?

Sì, in quanto richiesto dalla Direttiva Macchine.
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Se il dispositivo di arresto di emergenza è attivato, è possibile comandare la porta in modalità ad uomo presente? Se un dispositivo di sicurezza che esegue lo stop della porta/cancello è attivato è possibile comandare la porta/cancello in modalità ad uomo presente?

No, nel caso di attivazione del dispositivo di arresto di emergenza. Va, comunque, verificato che l'installazione di un arresto di emergenza non diminuisca la sicurezza della porta. Sì, nel caso di intervento del dispositivo di sicurezza; va fatta attenzione che vengano rispettate tutte le condizioni di "uomo presente" prescritte dalla norma EN 12453 (tra cui la posizione dei comandi in relazione alle visione della porta).
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E' possibile avere un riavvio automatico dopo una interruzione di corrente?

Non è necessario che ci sia un'azione volontaria di ripristino dopo un arresto qualora sia verificata l'efficienza di tutte le protezioni per garantire la sicurezza.
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Che caratteristiche devono avere le fotocellule per porte/cancelli automatici? Le fotocellule "auto-allineanti" sono ammesse?

Le fotocellule (comprese quelle denominate "auto-allineanti") che hanno una funzione di rilevazione presenza aggiuntiva alla limitazione delle forze operative dell'anta, devono soddisfare i requisiti e le prove indicati nelle norme EN 12453 per questo tipo di dispositivi (tipo D).
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Le fotocellule, non essendo dispositivi di sicurezza, possono essere non "sicure al guasto"?

Per la fotocellula (rilevatore di presenza tipo D) non è prescritto alcuna categoria minima in relazione alla sicurezza ai guasti. E' comunque prescritta una verifica periodica del dispositivo ad intervalli inferiori a 6 mesi.
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Le fotocellule con catarifrangente sono a norma?

Alcuni dispositivi presenti sul mercato utilizzano dei catarifrangenti polarizzati e quindi sono in grado di superare la prova prevista dalla norma EN 12445 con il parallelepipedo 70x30x20 cm che ha una superficie riflettente.
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I radar a infrarossi possono essere considerati dispositivi di sicurezza?

Le norme non prescrivono quale tecnologia utilizzare per i dispositivi di sicurezza. Devono comunque rispettare i requisiti definiti dalle norme in base alla funzione svolta dal dispositivo (tipo C; D o E).
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I bordi sensibili via radio sono a norma?

Se il bordo sensibile è utilizzato come dispositivo tipo C occorre verificare che la categoria dichiarata corrisponda a quella richiesta.
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Sono previsti dei controlli alle installazioni di porte/cancelli automatici da parte delle autorità?

In tutti gli ambienti soggetti al D. Lgs. 626/94 le autorità competenti hanno la facoltà di effettuare controlli. In generale in tutti gli ambienti, nei casi di motivata richiesta, le autorità competenti hanno comunque la facoltà di intervenire.
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